1988 : Les Grandes Aventurières

Parigi, Vernal/Philippe Lebaud, 234 pagine.

Per molto tempo il termine “avventuriera” è stato riservato a quelle che venivano chiamate demi-mondine, cioè a quelle che, considerando il matrimonio un affare all’ingrosso, sceglievano il commercio al dettaglio per sfuggire a un destino di sottomissione e riproduzione e per prendere il controllo del proprio destino.

Non è questo il tipo di donna avventurosa di cui stiamo parlando. Françoise ci offre una dozzina di ritratti di donne che, combattendo e lottando sia in terra che in mare, si sono costruite un nome e un destino politico o militare. Altre ancora, un destino spirituale. Alcune di queste donne sono state oggetto di libri a sé stanti nell’opera di Françoise, come Isabelle Eberhardt (La Couronne de sable) e Antoinette Lix (L’Amazone sombre).
Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)

1985 : Louise Michel la Canaque

Parigi, Encre, 238 pagine.

1873. Louise Michel, condannata alla deportazione, arriva in Nuova Caledonia dove resterà per sette anni. Su quest’isola non ancora conquistata militarmente, la sua forza d’animo le permetterà di trovare grandi gioie nella natura rigogliosa e soprattutto tra il popolo Kanak, che sarà l’unica a sostenere nel 1878 quando gli ex comunardi si alleano con i carcerieri per un’impresa di sterminio. Louise, sotto la penna di Françoise, trova una vita degna della donna eccezionale che è stata. (Vincent)

1983 : L’Amazone sombre, vie d’Antoinette Lix

Parigi, Encre, 309 pagine.

Figlia di un oste alsaziano e di un ex granatiere napoleonico, Antoinette Lix (1839-1909) ebbe un’educazione non convenzionale, con addestramento a cavallo e alle armi. Partecipò all’insurrezione polacca contro gli occupanti russi e poi, tornata in Francia, cercò invano di entrare nell’esercito regolare, in un’epoca in cui era fuori discussione che una donna potesse entrare negli eserciti come combattente. Si unì quindi al Corpo dei Francesi di Lamarche, dove guidò i suoi uomini nella difesa dei Vosgi contro i tedeschi durante la guerra del 1870. In riconoscimento del suo impegno e delle sue imprese d’armi, le fu conferita una Spada d’Onore, oggi esposta al Museo dell’esercito.

Un destino straordinario, degno della penna di Françoise e del suo senso dell’epica.

1979 : Moi, Kristine, reine de Suède

Encre, collection Mémoire des Femmes, 273 pagine. (Riedizione, versione originale pubblicata con il titolo: Je m’appelle Kristine, 1959).

Leggendo il romanzo di Françoise, non può che tornare alla mente Les Mémoires d’Hadrien, l’opera monumentale di Marguerite Yourcenar, apparsa 7 anni prima. E non saranno certo gli indizi trasparenti che ha lasciato a invalidare questa osservazione. Si potrebbe pensare a un’imitazione stilistica, volendosi soffermare su ciò che queste due grandi autrici hanno condiviso: una vera conoscenza dei greci e dei latini.

Conoscenza che Françoise mette al servizio del suo scopo che, sempre, sarà quello di affermare: Donne ! Siate fiere di esserlo! È grazie a questa affermazione che sono stato portato, del tutto naturalmente, dalle letture della mia infanzia a considerare la possibilità che un eroe epico potrebbe anche essere un’eroina.

Con Kristine de Suède, Françoise dipinge una figura storica al culmine della sua potenza. Amica e corrispondente delle più grandi personalità intellettuali e scientifiche del suo secolo, fulcro del Trattato di Vestfalia, avventurosa e combattiva, diplomatica e pacificatrice, la regina Cristina fu senza dubbio una delle figure più importanti dell’Europa del suo tempo. (Vincent)

1977 : L’Éventail de fer ou la vie de Qiu Jin

Parigi, Jean-Claude Simoën, 349 pagine.

riemesso sotto :
– D’EAUBONNE, Françoise. L’Éventail de fer ou la vie de Qiu Jin. Encre, 1984, 349 pagine.

“In una Cina sontuosa e miserabile, scossa da incessanti guerre civili, Qiu Jin, grande femminista, si impegnò totalmente al fianco di Sun-Yat-Sen, che avrebbe liberato il suo Paese dalle catene dell’imperialismo. Giovane studiosa, moglie e madre, ma anche poetessa, terrorista e instancabile attivista, fu decapitata all’inizio del XX secolo. L’Éventail de Fer è un affresco della lotta reale di questa giovane donna cinese dal destino straordinario”. [4° de couverture]