1972 : Le Féminisme, histoire et actualité

Parigi, Alain Moreau, 400 pagine.

Questo libro è un saggio molto denso sulla storia del femminismo, dall’antichità agli inizi dei movimenti di liberazione delle donne americani e francesi. Françoise d’Eaubonne analizza questi “fatti storici primordiali” che sono “fallocratismo, sessismo, poi femminismo”. Basandosi su una grande varietà di riferimenti (psicoanalitici, antropologici, storici, letterari, ecc.), analizza sia come la discriminazione sessista si sia sviluppata e mantenuta nei secoli e nei paesi, sia quanto le donne abbiano sempre tentato di ribellarsi contro di essa, sebbene le loro rivolte siano state represse con vari mezzi. Per inciso, Françoise d’Eaubonne espone l’ampiezza del lavoro svolto prima di lei, ripercorrendo la storia culturale del femminismo occidentale – soprattutto, ma non solo, concentrandosi sul caso francese –, riportando estratti di discorsi o opere e commentandoli. È un libro che racconta la storia delle rivoluzioni femministe, dai loro fallimenti e conseguenti soffocamenti all’avvento dell’MLF. (Aurore)

1971 : Drôle de meurtre

Con lo pseudonimo di Nadine de Longueval.

Questo romanzo è molto vicino, dal punto di vista tematico e psicologico, a The Yellow Wallpaper per molti aspetti. La protagonista del libro, Judith, che scrive il quaderno trovato dalla figlia nei capitoli iniziali, viene usata dagli uomini per soddisfare i loro desideri e perde ogni potere quando sposa un uomo che non ha alcun interesse per lei se non per la sua fortuna milionaria: Nessun contatto emotivo, nessun hobby, nessun bon mots, solo una protagonista con suoceri che le danno sui nervi, un marito che parla solo di sé e del suo romanzo che immaginiamo non verrà mai pubblicato, che la interrompe in continuazione, non la lascia mai parlare e la scredita in ogni occasione, umiliandola a volte e facendosi servire da lei in continuazione.

Nel corso del libro, la vediamo sprofondare gradualmente nella depressione e nella follia, con tutte le sue speranze che si sgretolano una dopo l’altra. Non sorprende quindi che la società (e sua figlia prima di conoscerla) la consideri pazza, dato che non riesce a esprimersi, non riesce a essere felice ed è costantemente attaccata da tutto ciò che la circonda, il cui unico rifugio è un cagnolino.

Nel romanzo, d’Eaubonne si preoccupa di spiegare cosa si nasconde dietro la “follia” di una donna vista con gli occhi degli altri, che può finalmente raccontare la sua storia senza un occhio esterno o un marito che cerchi di spiegare il suo comportamento. It’s an extremely fine psychological exploration, taking us into the daily life of a woman deprived of everything, but above all of the recognition of her existence, forced to live for others and even as a bargaining chip. Anche se finisce per essere un po’ una storia d’amore eterosessuale (il genere della raccolta obbliga) poco prima dell’ultimo capitolo, tutto è credibile, finemente descritto e giustificato.

L’ultimo paragrafo del libro è magnifico, a mio avviso, perché segna la ripresa del racconto da parte della figlia, sia come modo di inscrivere la storia nella propria, come eredità, ma anche come memoria, con l’obiettivo di riabilitare, far emergere, far uscire dallo sguardo la storia di una donna e, in definitiva, con la giustizia per tutti i torti commessi nei suoi confronti.

Nicolas Lontel

1970 : Éros minoritaire

Parigi, André Balland, 323 pagine.

In quest’opera fondamentale, Françoise d’Eaubonne afferma che l’omosessualità, questo “eros minoritario” come lo chiama lei, è esistita in tutti i tempi e a tutte le latitudini. Insieme all’eterosessualità, rappresenta uno dei due rami principali dell’Eros. Come mai, allora, è stata ritenuta una perversione, una malattia, un’anormalità, persino un crimine, a seconda della cultura e del secolo, dopo essere stata onorata nel mondo antico? (Alain)