In uscita il 10 novembre, questo terzo volume chiude (quasi) la saga delle Bergères de l’Apocalypse. Questo testo, scritto all’inizio degli anni ’80, non è mai stato pubblicato, non sappiamo per quale ragione. Tuttavia, come scrive Élise Thiébaut nella sua prefazione, “leggendo ho avuto l’impressione che fosse la chiave dell’intera saga, il punto di ingresso che ci permette di comprenderla finalmente nella sua interezza”.
Si tratta della guerra globale dei sessi dal punto di vista del campo nemico, attraverso la visione nevrotica del fondatore di Gynophobia (un intero programma…). È possibile riscontrare un parallelismo con l’opera di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella, pubblicato nel 1985.
Grazie all’IMEC per averci permesso di riportare alla luce questo manoscritto, a Élise Thiébaut e ad Alain per il loro prezioso lavoro di revisione. (Vincent)
1978.
Contrairement à beaucoup de lectrices et lecteurs bien plus lucides que moi, ce roman, à sa sortie, me passe au-dessus de la tête ; je m’attendais à quelque chose d’aussi charmant que Le Satellite de l’Amande et suis décontenancé. Avec ma lenteur d’esprit habituelle (pour reprendre une expression que Françoise avait employée avec fausse modestie envers elle-même), il m’aura fallu attendre 2022 et cette réédition par Des Femmes-Antoinette Fouque pour découvrir ce que je considère dorénavant être un véritable chef d’œuvre. Mi resta un piccolo rimpianto: quello di non aver potuto raccontare a Françoise il mio straripante entusiasmo. (Alain)
Les Bergères de l’Apocalypse è l’opera principale della Trilogia di Losange, che comprende anche Le Satellite de l’Amande e Un bonheur viril, oltre a vari racconti. La maestria di Françoise nella rappresentazione pittorica di scene intense è qui di un’intensità oscura che non ha nulla da invidiare al Manifesto SCUM di Valérie Solanas o a Baise-moi di Virginie Despentes.
Les Bergères è uno dei 17 titoli che l’autrice pubblicò tra il 1974 e il 1979, mentre conduceva una vita di attivismo costellata da numerose imprese d’armi. Scritto tutto d’un fiato, con poche correzioni, l’autrice lo descrive come “… modestamente, un’epopea, che ho scritto per sfogarmi… perché mi porto dietro un sacco di fantasie, e ho pensato che sarebbe stato bene divertirsi un po‘”.
Quattro anni prima, nel 1974, in preda a un’ansia ecologica tanto più innominata in quanto praticamente l’unica a sperimentarla, Françoise aveva creato il neologismo ecofemminismo e ne aveva concettualizzato il significato. Nonostante i suoi sforzi, il termine non è stato accettato in Francia. Inoltre, nel 1976, la morte di Ulrike Meinhoff, trovata impiccata nella sua cella, le causò uno strazio. Les Bergères de l’Apocalypse è, credo, una risposta a tutto questo.
Il messaggio si può riassumere così: le donne, ribellandosi “non tanto per il torto subito, ma per il torto subito dal pianeta e dalla vita stessa”, iniziano una guerra planetaria totale contro gli uomini che porterà alla loro scomparsa.
Una sequenza in un programma letterario mostra chiaramente come il libro fu accolto all’epoca. Anche se gli scambi sono sommessi, l’UFO di Françoise fa paura in un mondo gelido e in gran parte ignaro della violenza sulle donne, quando non si tratta semplicemente di massacri, come dimostra oggi la lenta presa di coscienza globale.
Per illustrare questa saga allucinante, non ci serviva altro che la grande e bellissima voce di Mathilde in una delle sue canzoni più toccanti. Françoise sarebbe stata una sua fan. (Vincent)
1975. Ho 21 anni, conosco Françoise da diversi mesi e siamo già diventati inseparabili. Le edizioni Des Femmes pubblicano Le Satellite de l’Amande, un romanzo di fantascienza ambientato in un mondo tutto al femminile. Sono entusiasta. L’esplorazione del piccolo esopianeta, le domande filosofiche della narratrice, la scrittura leggera dell’autrice, tutto questo affascina la mia tumultuosa giovinezza. 47 anni dopo, la casa editrice Des Femmes ripropone questo libro, ed è quindi con particolare piacere che sono ripartito alla scoperta di questo universo d’eaubonniano. (Alain)
Invocando un approccio capace di riconciliare “il razionale e l’irrazionale, l’intelletto e l’istinto”, Françoise apre la strada a una dimensione di interezza in cui le gerarchie sarebbero finalmente abolite, per il bene dell’umanità, e in cui il piacere, compreso quello sessuale, sarebbe pienamente onorato. Ed è nella ricchezza e nella profondità di questo pensiero, ancora in gestazione, che si illumina l’orizzonte inatteso che chiameremo ecofemminismo. (Élise)
Pubblicato originariamente nel 1974, questo libro fondamentale apre nuove prospettive per le lotte ambientaliste e femministe, che Françoise ci dice essere chiamate a unirsi nell’opposizione al patriarcato, il quale con gli stessi strumenti sottomette le donne e distrugge il pianeta.
In questo libro, il cui titolo è un riferimento all’opera di René Dumont L’Utopie ou la Mort, Françoise annuncia ciò che oggi è una realtà: la distruzione del mondo da parte del produttivismo e del potere. Il capitale neoliberale di oggi è solo l’ultimo avatar di un sistema che risale a migliaia di anni fa, e l’autrice continua a descrivere la sua visione storica in Les Femmes avant le patriarcat (Le donne prima del patriarcato).
In questo libro, pubblicato originariamente nel 1978 e successivamente a Le Féminisme ou la Mort, Françoise teorizza la sua visione di quella che diventerà una corrente importante dell’ecofemminismo.
Questa edizione è arricchita da una prefazione di Serge Latouche, che rende giustizia al suo ruolo di pioniera della decrescita, e da una postfazione di Caroline Golblum, che ci ricorda quale donna visionaria sia stata Françoise e quale posto abbia occupato nella vita intellettuale di buona parte del secolo scorso.
Questa edizione è esistita solo per un breve periodo, poiché l’editore si è rapidamente rivelato un fallimento.
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