2001 : Mémoires irréductibles – De l’entre-deux guerres à l’an 2000

Parigi, Dagorno, 1135 pagine.

Un intero secolo (o quasi)! Questa voluminosa raccolta riunisce i vari volumi di memorie di Françoise d’Eaubonne già pubblicati in momenti diversi della sua vita: Chienne de jeunesse (che copre il periodo dal 1930 al 1945), Les Monstres de l’été (dal 1945 al 1965), L’Indicateur du réseau (che copre diversi periodi fino al 1978), oltre a un volume pubblicato qui per la prima volta, Les Feux du crépuscule (in cui l’autrice, verso la fine della sua vita, guarda per l’ultima volta al XX secolo).

Uno o due altri manoscritti autobiografici non sono mai stati pubblicati. (Alain)

1980 : L’Indicateur du réseau

Parigi, Encre, 350 pagine.

Terzo volume delle memorie di Françoise d’Eaubonne, L’Indicateur du réseau ripercorre avvenimenti importanti della sua vita a partire dai nomi dei luoghi in cui si sono svolti: con ironia, parla di un “bilancio topografico”. La storia avanza lungo il filo alfabetico dei nomi delle stazioni, e la incontriamo successivamente in epoche diverse della sua vita: la sua infanzia, la sua famiglia, i suoi cari, la guerra, i suoi primi rapporti – più che falliti – con gli uomini, i suoi libri, la sua scrittura, le sue lotte. E si legge anche quanto la scrittura rappresenti, per lei, un’arma di resistenza.

Questo testo finora non è mai stato pubblicato nella sua interezza. Nella parte ancora inedita (trasmessa all’IMEC), Françoise, sottolineando il suo “fervore per questa contro-letteratura che è la fantascienza”, precisa che essa, “come tutto ciò che è contro, ringiovanisce e rinfresca la vecchia forma, ed ecco perché scelgo qui il nome di contro-memorie”. (Aurore e Alain)

1966 : Les Monstres de l’été

Parigi, Julliard, 464 pagine.

La seconda parte delle “prime memorie” di Françoise inizia con queste parole:

“Berlino Est, 12 marzo 1965 (il mio compleanno). – La mia guida vuole assolutamente offrirsi di intitolarmi una strada di Berlino Est. Non meritavo “questo eccesso d’onore”; se lo accetto è perché per i più sarà una “umiliazione”. »

In questo testo, l’autrice continua a scrivere i suoi ricordi della fine della Seconda Guerra all’inizio degli anni ’60, dopo un primo volume, Chienne de jeunesse, che ripercorreva il suo viaggio dal 1930 al 1945. (Alain)

1964 : Chienne de jeunesse

Parigi, Julliard, 376 pagine.

Questo primo volume delle sue memorie rivisita la sua infanzia, fino al 1944. Si apre con Il paradiso verde, dove il giardino gioca un ruolo chiave come opera finita di Dio sulla terra. È “lo stato naturale di un bambino amato, ben nutrito, in contatto immediato con la natura“.

Poi, con il trasferimento a Tolosa, arriva Le temps de l’ennui. La crisi economica degli anni Trenta aveva lasciato la famiglia d’Eaubonne sul lastrico, e la mancanza di tutto (” Ah, quei bambini che hanno sempre fame! “Questo periodo di noia fu un soffocamento insopportabile per l’anima ardente di Françoise. Questo periodo di noia fu un soffocamento insopportabile per l’anima ardente della piccola Françoise, che trovava rifugio e consolazione nei libri, nella scrittura e nello spettacolo del mondo, alcuni dei cui sconcertanti esemplari frequentavano la casa, come il mitomane Christian, uno dei suoi personaggi principali in Le Quadrille des Matamores. Tuttavia, queste restrizioni non la prepararono a ciò che sarebbe seguito dopo una breve parentesi felice: la guerra fu dichiarata.

A Tolosa, con genitori poco intraprendenti, sperimentò la fame, quella vera, e il freddo (che tolse la vita a suo padre e a sua nonna) come tanti altri della sua generazione. Ha ricevuto la piena forza della rivelazione che i campi di sterminio erano oltre l’orrore. Ma conobbe anche la Resistenza, la solidarietà dei poveri e il suo primo vero contratto letterario.

Da questo melting pot emergerà una Françoise libera dal moralismo puritano e dall’illusoria correttezza, decisa a gridare “Fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo rantolo, fino al plotone d’esecuzione o al rullo della veglia: vaffanculo!“.