1957 : Les Amours de Roméo et Juliette

Parigi, Édition Rombaldi, coll. Le club de la Femme.

Qui si presta il soggetto, un romanzo dagli accenti cyraneschi, valido per le dettagliate e colorite descrizioni della Verona del Quattrocento. A parte questo, è un libro di cucina, scritto senza passione. Vivere della propria penna, senza sostegno finanziario, posizione o marito, richiede anche questo genere di impegni. (Vincent)

1957 : Belle humeur ou la véridique histoire de Mandrin

Parigi, Le livre contemporain – Amiot-Dumond, coll. Visages de l’aventure, 202 pagine.

La Ferme Générale (1680 – 1794) era un corpo di finanzieri e azionisti che, avendo acquistato la carica dal Re, riscuoteva le varie tasse in vigore con il diritto di trattenerne la metà. Inutile dire che i Contadini erano molto zelanti e che si commettevano infiniti abusi: ecco l’antenato delle mafie e dei trust internazionali, a seconda del lato della legge in cui si trovano.

È contro questo sistema e i suoi uomini che si sollevò il brigante Mandrin, il Robin-des-bois francese, che finì arrostito vivo in una piazza pubblica di Valence a cavallo del 1750 e che rimase a lungo nella memoria popolare, tanto che esistono ancora registrazioni di canzoni che ne celebrano le gesta.

Un personaggio, dunque, che si addice alla penna picaresca di una Françoise trentenne, che nella stesura della sua storia placa la sua sete di giustizia e un deciso gusto per l’epica.

1955 : Jours de chaleurs

Parigi, Éditions de Paris, coll. série blonde, 249 pagine.

L’Espagne, encore. Questo romanzo sentimentale nasconde sotto un’apparente leggerezza i ricordi della giovinezza di Françoise: la guerra di Spagna, la campagna di Francia. L’eroina del romanzo nasconde un segreto e un’anima focosa non dissimile da quella dell’autore. I personaggi secondari sono probabilmente tratti dagli incontri avvenuti nella villa Les Pamplemousses durante la sua infanzia a Tolosa dopo la retirada, l’escodo dei e delle repubblicani/e spagnoli/e nel 1939. (Vincent)

1954 : La Hollandaise volante

Diffuso da Radio-Lille.

Probabilmente perso, quindi possiamo solo speculare su questo Hollandaise volante.

Le Hollandais volant è l’archetipo delle navi fantasma, protagonista di racconti e leggende tramandate per generazioni tra i naviganti. Rappresenta il fatale presagio da non incrociare sulla propria rotta, perché è una barca il cui equipaggio è stato maledetto e condannato a vagare sulle onde per l’eternità.

È quindi sicuramente un racconto marittimo quello che Françoise ha proposto, come ha fatto 4 anni dopo con Le Gabier de Surcouf. Da notare che l’olandese è diventato una olandese, ed è una scommessa sicura ipotizzare che sia diventata capitano di un vascello pirata o corsaro; è anche del tutto possibile che l’intero equipaggio fosse di sesso femminile. Maledizione per gli uomini che hanno attraversato il loro cammino! (Vincent)