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BIBLIO TEMATICA

Edizioni commentate classificate in 7 temi

Saggi, Opuscoli, Storia

1951 : Le Complexe de Diane ; Érotisme ou Féminisme

Paris, Julliard, 301 pagine.

In risposta alle critiche maschili e conservatrici mosse contro Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, Françoise d’Eaubonne, giovane romanziere di successo, risponde con questo libro scritto in poche settimane e pubblicato con il botto da Julliard nel 1951.

In questo testo, Françoise si pone in prima linea con l’ardore che le è già valso le ire di Françoise Mauriac, con il quale si scontra. Attacca tutti i conservatori che si sono espressi sul posto delle donne (o meglio della “donna” come si dice) nella società. E giocando d’astuzia: la psicoanalisi e il comunismo regnano sovrani sulla vita intellettuale di sinistra dell’epoca. (Vincent)

1962 : Les Plus Belles Lettres de Flaubert

Parigi, Calmann-Lévy, 1962, 158 pagine.

Françoise ha visto in Flaubert il primo degli scrittori borghesi (con tempo e denaro) ad aver introdotto quello che considera il valore principale della sua classe in letteratura: il tempo è denaro (time is money).

Se non dimentica la sua misoginia e le pagine atroci da lui scritte contro la Comune di Parigi, gli riconosce il merito di aver dedicato il suo tempo a cercare di staccarsi dal pensiero mediocre del suo tempo e della sua classe (se ci sia davvero riuscito è un’altra storia, ndr), e lo distingue dai suoi contemporanei per il suo rifiuto epidermico del mondo (a differenza di Sand, Balzac, Stendhal…).

Françoise, flaubertiana? Certamente no. Ma ne riconosce i meriti letterari e lo considera un interessante caso da manuale. (Vincent)

1970 : Éros minoritaire

Parigi, André Balland, 323 pagine.

In quest’opera fondamentale, Françoise d’Eaubonne afferma che l’omosessualità, questo “eros minoritario” come lo chiama lei, è esistita in tutti i tempi e a tutte le latitudini. Insieme all’eterosessualità, rappresenta uno dei due rami principali dell’Eros. Come mai, allora, è stata ritenuta una perversione, una malattia, un’anormalità, persino un crimine, a seconda della cultura e del secolo, dopo essere stata onorata nel mondo antico? (Alain)

1972 : Le Féminisme, histoire et actualité

Parigi, Alain Moreau, 400 pagine.

Questo libro è un saggio molto denso sulla storia del femminismo, dall’antichità agli inizi dei movimenti di liberazione delle donne americani e francesi. Françoise d’Eaubonne analizza questi “fatti storici primordiali” che sono “fallocratismo, sessismo, poi femminismo”. Basandosi su una grande varietà di riferimenti (psicoanalitici, antropologici, storici, letterari, ecc.), analizza sia come la discriminazione sessista si sia sviluppata e mantenuta nei secoli e nei paesi, sia quanto le donne abbiano sempre tentato di ribellarsi contro di essa, sebbene le loro rivolte siano state represse con vari mezzi. Per inciso, Françoise d’Eaubonne espone l’ampiezza del lavoro svolto prima di lei, ripercorrendo la storia culturale del femminismo occidentale – soprattutto, ma non solo, concentrandosi sul caso francese –, riportando estratti di discorsi o opere e commentandoli. È un libro che racconta la storia delle rivoluzioni femministe, dai loro fallimenti e conseguenti soffocamenti all’avvento dell’MLF. (Aurore)

1977 : Les Femmes avant le patriarcat

Payot, 239 pagine.

Creando l’ecofemminismo, il genio di Françoise non è stato quello di portare un nuovo concetto: è stato quello di collegarci con una realtà immemorabile, quella delle culture pre-patriarcali della nostra area geografica, che il razionalismo del XV secolo e poi l’umanesimo dell’Illuminismo faranno hanno cercato di sradicarlo nella nostra cultura occidentale, ora in prima linea nella disumanizzazione.

(Vincent d’Eaubonne, in préface à l’édition italienne 2024 )

1977 : Lettre ouverte au docteur Hutter, médecin-directeur à l'Hôpital-prison de Wittlich (RFA)

Gérard Hof e Françoise d’Eaubonne, inéditions barbares.

Nel 1976, dopo essere stato testimone al matrimonio di Françoise con Pierre Sanna (detenuto nel carcere della Santé di Parigi), Gérard Hof, compagno di Françoise, rinchiuso nell’ospedale-prigione di Wittlich (FRG), dovette resistere ai particolari metodi applicati dal dottor Hutter: tortura bianca sperimentale, obbligo sensoriale, tentativo di decostruire la personalità… Rilasciato dal carcere, Gérard Hof scriverà e pubblicherà questa testimonianza accusatoria di cui Françoise scriverà la prefazione. (Alain)

1978 : Écologie/Féminisme - Révolution ou mutation ?

Paris, A.T.P., 224 pages.

Écologie/féminisme : révolution ou mutation ? riprende le principali tesi ecofemministe che Françoise d’Eaubonne ha sviluppato dall’inizio degli anni ’70, per portarle a un punto di incandescenza in questo libro dal tono largamente profetico e apocalittico. Esprime la sua convinzione che sia inutile continuare a pensare al futuro alla luce di analisi politiche erose: l’immaginario rivoluzionario ha mostrato i suoi difetti, dalla storia della Rivoluzione francese a quella del socialismo. Dopo il 1972, afferma che dobbiamo passare a un immaginario mutazionale: deve cambiare tutto. Poiché il patriarcato è, secondo lei, la prima causa storica di tutte le disfunzioni sociali e ambientali, l’ideologia “maschile” è un’ideologia sfruttatrice e devastatrice, il femminismo e la lotta ecologica rappresentano gli ultimi baluardi contro l’apocalisse ambientale che si sta preparando. (Aurore)

ristampato come:
– D’EAUBONNE, Françoise. Écologie et Féminisme : révolution ou mutation ?. Libre & Solidaire, maggio 2018, 236 pagine.

1978 : Contre-violence ou la résistance à l'État

Parigi, Éditions tierce, 96 pagine.

Contre-violence è un’opera eterogenea e molto ritmata che mette insieme poesie, testi politici, articoli pubblicati su riviste femministe, lettere aperte, collage di giornali, volantini… In questo saggio, Françoise d’Eaubonne si rifiuta di condannarea priori l’uso della violenza per motivi morali, il che le permette di riflettere sull’ampio spettro della violenza e sulle sue conseguenze, senza dogmatismo.

Non arriva a una posizione di compromesso, fedele a se stessa, ma invoca il rispetto reciproco delle scelte tattiche e strategiche. Colei che ha vissuto e messo in atto atti di contro- -violenza e che sa che il giudizio è qui guidato da una preoccupazione etica per l’uso della violenza. Favorevole a una controviolenza che non aggredisca i viventi, è anche vigile nei confronti della violenza contenuta, affinché questa violenza non si trasformi mai in vendetta, liberazione individuale, godimento e infinein presa di potere; questo perché “il potere delle donne diventi non potere”, sempre al servizio della diversità e del molteplice (Pauline)

1980 : Histoire de la galanterie : Tome IV au temps des mignons du Roi

Ginevra, Famot.

Certamente opera collettiva e lavoro su commissione per Françoise. Il titolo si riferisce all’epoca di Enrico III, quando il termine “mignon” ha assunto definitivamente la connotazione peggiorativa che ancora oggi conosciamo. Con questa particolare connotazione che prima non esisteva, la parola minionsignifica “fedele”, “servo”. Così, per un certo periodo, i gesuiti furono chiamati molto seriamente in francese “minon di Gesù Cristo”.

Furono le critiche, sia da parte degli ugonotti che dei membri della Lega, alle scappatelle e agli eccessi dei temibili spadaccini che circondavano il giovane re a conferire questo significato dispregiativo. E nella misura in cui questi critici li consideravano effeminati e li sospettavano di omosessualità (il che, all’epoca, poteva significare la pena di morte se non si era di rango abbastanza alto), può essere interessante vedere come Françoise ha affrontato la questione della “galanteria”. (Vincent)

1981 : Le donne prima del patriarcato

Roma, Felina, 242 pages

Edizione italiana di Donne prima del patriarcato. Tradotto da Flora Arcuri ; con la collaborazione di Giovanna Tato ; copertina di Sandra Galeotti.

1990 : Le Scandale d'une disparition : vie et œuvre du pasteur Doucé

Parigi, Libre Arbitre, 116 pagine.

Prefazione di Gilles Perrault.

Battista protestante, il pastore Doucé aveva fondato, nel 1976, il Centro di Cristo Liberatore (CCL) a Parigi, uno spazio di accoglienza e di parola per i credenti delle minoranze sessuali e di genere. Dopo la misteriosa scomparsa del parroco nel luglio 1990, Françoise ha partecipato con Gilles Perrault alla creazione di un Comitato per chiedere la verità su questa vicenda. Il pastore verrà ritrovato assassinato pochi mesi dopo. (Alain)

1997 : La Liseuse et la Lyre

Parigi, Les Belles Lettres, 192 pagine.

In questo saggio intimo, Françoise ritorna alla sua passione per le parole. Non per guardarsi l’ombelico, come diceva giustamente René de Ceccatty in una recensione letteraria di Le Monde nel 1997, ma per ricordarci il detto di Danièle Sallenave: “Il libro non sostituisce nulla, ma nulla sostituisce il libro”.

La Liseuse et la Lyre è un magnifico saggio in cui Françoise, ancora una volta, tocca l’universale. Ma con un tono distaccato e quasi sereno che di lui sapevamo poco, ricordandoci quanto fosse ampia la sua tavolozza. (Vincent)

L’analogia tra questa passione troppo astratta e l’incanto della droga ha ispirato un autore del periodo tra le due guerre a denunciare questa sensazione con il titolo: “Questo vizio impunito, la lettura”. E in che modo poteva dare questo avvertimento? Con uno scritto.

1999 : Le Sexocide des sorcières

Parigi, L’Esprit Frappeur, 156 pagine.

In questo libro, Françoise ripercorre l’ossessione maschile, a partire dalla distruzione delle culture matriarcali, di far sparire il femminile. “È proprio nell’Occidente cristiano, futuro creatore dello ‘Stato di diritto’, che questo sogno di sessocidio sul rogo delle streghe si è manifestato in modo più antico e spettacolare. (…) Fu nel 1484 che la bolla di Innocenzo VIII lanciò l’iniziativa di uno sterminio che avrebbe spopolato l’Europa di una parte del ‘secondo sesso’ per duecento anni. E la Chiesa, per la quale ogni donna è una potenziale strega, presto consegnerà “al rogo del carnefice migliaia di donne di cui inventa la colpa»”. (Alain)

2018 : Écologie et Féminisme - Révolution ou mutation ?

Parigi, Libre et Solidaire, 233 pagine.

In questo libro, pubblicato inizialmente nel 1978 e successivo a Le Féminisme ou la Mort, Françoise teorizza la sua visione fondante dell’ecofemminismo.

Questa edizione è arricchita da una prefazione di Serge Latouche, che rende giustizia al suo ruolo di pioniera della decrescita, e da una postfazione di Caroline Golblum, che ci ricorda quale donna visionaria sia stata Françoise e quale posto abbia occupato nella vita intellettuale di buona parte del secolo scorso. (Vincent)

2019 : El Sexocidio de la brujas

Barcellona, Incorpore.

Le Sexocide des sorcières en espagnol

Françoise d’Eaubonne publica El sexocidio de las brujas en 1999, tras cincuenta años de escritura y compromiso político; después de haber introducido en la lengua francesa la palabra falócrata (1971) y haber acuñado el concepto ecofeminismo (1978). (De hecho 1974, NDLR.)

A partir del momento en que los hombres se adueñaron de la fertilidad (mediante la agricultura) y de la fecundidad (mediante la reproducción), la Tierra y la mujer fueron explotadas siguiendo una lógica productivista. El patriarcado es, desde hace cinco mil años, responsable del desastre ecológico y de la esclavitud de las mujeres. La «caza de brujas» es un episodio más de esta dominación que, durante dos siglos, persiguió y masacró masivamente a las mujeres por el mero hecho de ser mujeres y no brujas. (Fonte : Incorpore)

2019 : El sexocidi de les bruxes

Barcellona, Incorpore.

Le Sexocide des sorcières in catalano

Françoise d’Eaubonne publica Le sexocide des sorcières l 1999, després de cinquanta anys d’escriptura i compromís polític, després d’haver introduït en la llengua francesa la paraula fal·lòcrata (1971) i d’haver encunyat el concepte ecofeminisme (1978). (De hecho1974, NDLR.)

A partir del moment en què els homes es van apropiar de la fertilitat (mitjançant l’agricultura) i de la fecunditat (mitjançant la reproducció), la Terra i la dona van ser explotades seguint una lògica productivista. El patriarcat és, des de fa cinc mil anys, responsable del desastre ecològic i de l’esclavitud de les dones. La «caça de bruixes» és un episodi més d’aquesta dominació que, durant dos segles, va perseguir i va massacrar massivament les dones pel simple fet de ser dones i no bruixes. (Fonte : Incorpore)

2020 : Le Féminisme ou la Mort

Parigi, Le passager Clandestin, 331 pagine.

Pubblicato originariamente nel 1974, questo libro fondamentale apre nuove prospettive per le lotte ambientaliste e femministe, che Françoise ci dice essere chiamate a unirsi nell’opposizione al patriarcato, il quale con gli stessi strumenti sottomette le donne e distrugge il pianeta.

In questo libro, il cui titolo è un riferimento all’opera di René Dumont L’Utopie ou la Mort, Françoise annuncia ciò che oggi è una realtà: la distruzione del mondo da parte del produttivismo e del potere. Il capitale, ora neoliberista, è solo l’ultimo avatar di un sistema multimillenario, di cui dettaglierà la sua visione storica in Les femmes aant le patriarcat.

2021 : Le Complexe de Diane

Parigi, Julliard, 395 pagine.

Invocando un approccio capace di riconciliare “il razionale e l’irrazionale, l’intelletto e l’istinto”, Françoise apre la strada a una dimensione di interezza in cui le gerarchie sarebbero finalmente abolite, per il bene dell’umanità, e in cui il piacere, compreso quello sessuale, sarebbe pienamente onorato. Ed è nella ricchezza e nella profondità di questo pensiero, ancora in gestazione, che si illumina l’orizzonte inatteso che chiameremo ecofemminismo. (Élise)

2022 : Feminism or Death

USA, Verso Books

L’incendiaria opera femminista francese che ha definito l’ecofemminismo, ora disponibile per la prima volta in inglese.

Originariamente pubblicato in francese nel 1974, la femminista radicale Françoise d’Eaubonne ha esaminato lo status delle donne in tutto il mondo e ha sostenuto che la posta in gioco delle lotte femministe non riguardava l’uguaglianza, ma la vita e la morte, per gli esseri umani e il pianeta. In questo manifesto di ampio respiro, d’Eaubonne ha prima proposto una politica dell’ecofemminismo, l’idea che la rivendicazione del sistema patriarcale sui corpi delle donne e sul mondo naturale distrugga entrambi, e che il femminismo e l’ambientalismo debbano portare a una nuova “mutazione” – un rovesciamento non solo del potere maschile, ma del sistema di potere stesso. Come profetizzò d’Eaubonne, “Il pianeta posto nel femminile fiorirà per tutti”. (Source : Verso Books)

2022 : Il Femminismo o la Morte

Milano, Prospero Editore, 432 pagine.

Uscito il 10 novembre 2022, con un’introduzione critica di Sara Marchesi.

Secondo l’opinione condivisa, si tratta di un’introduzione molto buona. Sara Marchesi, al di là di un’attenta lettura di Françoise, condivide con lei alcune delle sue fonti di riflessione, quelle meno scontate da rilevare a prima vista nella sua opera, come ad esempio la filosofa Simone Weil.

Non è impossibile che, in futuro, Sara Marchesi incontri nuovamente Françoise. Dopo aver letto questa introduzione, lo speriamo. (Vincent)

2023 : Écologie/Féminisme – Révolution ou mutation ?

Parigi, Le Passager Clandestin, prefazione di Geneviève Pruvost, 349 pagine.

Dopo la pubblicazione di Le Féminisme ou la mort nel 1974 e l’apparizione della sua ricerca scientifica Les Femmes avant le patriarcat, nel 1976, Françoise d’Eaubonne sviluppa ulteriormente la sua visione dell’ecofemminismo.

Rispetto al femminismo riformista, che definisce “femminismo di mamma”, ma anche al femminismo marxista, d’Eaubonne aggiunge due dimensioni all’analisi dello sfruttamento (la natura e i paesi del Sud del Mondo): liberarsi, come donna, a spese del pianeta e di piccole mani subordinate non è un orizzonte di emancipazione. Come dimenticare che all’estremità della catena ci sono le donne piegate nei campi dell’altra metà del globo? (Geneviève Pruvost, 2022)

2023 : Le Sexocide des sorcières

Vauvert, Au diable vauvert, collana Nouvelles Lunes, prefazione di Taous Merakchi, 109 pagine.

Il sessocidio di cui parla Françoise d’Eaubonne in questo testo, il trattamento riservato alle “streghe” durante le persecuzioni contro di loro, non era che un pretesto. Era un trucco perfetto, appropriato ai tempi in cui si sono svolti questi eventi, per giustificare la tortura e l’omicidio delle donne. Il Malleus Maleficarum di Kramer e Sprenger oggi sarebbe considerato come il manifesto di un incel, apparso sul web poche ore prima che andasse a commettere il suo omicidio di massa in un luogo frequentato prevalentemente da donne.

Taous Merakchi, 2023

2023 : Contre-violence ou la résistance à l'État

Parigi, Éditions Cambourakis, prefazione di Isabelle Cambourakis, 268 pagine.

Pubblicato nel 1978 da una casa editrice femminista, il libro riunisce vari testi e poesie di d’Eaubonne scritti a partire dal 1975 in risposta ad alcuni eventi, tra cui la morte in carcere della attivista della Rote Armee Fraktion (RAF) Ulrike Meinhof nel maggio 1976 e quella di quattro suoi compagni nell’ottobre 1977. Alcuni di questi testi sono stati scritti da zero, altri sono stati rielaborati più volte prima della pubblicazione. La lettura di questo libro solleva la questione delle evoluzioni e degli aggiustamenti dell’impegno militante di d’Eaubonne nel tempo. (Isabelle Cambourakis, 2022)

Questo libro è una riflessione urgente su Potere e Violenza. Françoise d’Eaubonne punta il mirino in modo unico verso chi, imprigionando ogni pensiero, amalgama Controviolenza e Violenza. Smontando brillantemente l’ipocrisia della nostra società, scrive che “La nonviolenza è l’omaggio che un mondo violento offre all’idea di una società senza violenza”. Continuando la sua riflessione, affronta la fonte: IL potere. Sostiene la necessità di distruggerlo e di riprenderci i NOSTRI poteri, quello che tutti possono esercitare senza limiti.

Alla fine fa centro con il suo affondo finale, quando parla del futuro: un giorno ci sarà “l’ammutinamento delle donne contro la società del potere” . (Manon Soavi)

Romanzi

1944 : Le Cœur de Watteau

Éditions Julliard, 354 pagine.

Scritto tra il 1942 e il 1943, questo romanzo è un susseguirsi di immagini dettagliate e dialoghi vivaci. La miseria dei tempi che Françoise attraversa come meglio può trova eco nelle sue descrizioni della vita del popolo sotto Luigi XIV. Un intero mondo di artigiani, negozianti e soldati di rango prende vita nelle pagine, sullo sfondo della vita e dei dipinti di Antoine Watteau. Anche le donne sono ben rappresentate, soprattutto Morena, che incarna l’indipendenza duramente conquistata e preservata. Questo romanzo, con la sua struttura ben costruita e padroneggiata, è sorprendentemente maturo per un’autrice di 22 anni. (Vincent)

1947 : Comme un vol de gerfauts

Éditions Julliard, coll. Sequana, 526 pagine.

Prix des Lecteurs 1947, questo lungo romanzo preannuncia i temi e le forme care a Françoise che si ritroveranno in tutti i suoi romanzi. Il mare, i suoi pirati e i suoi naufragi (come da sua richiesta le ceneri di Françoise saranno sparse da una barca a vela al largo di Morbihan) e soprattutto il romanzo storico trasformato in racconto psicologico, perché le sembrava che questa forma fosse “più accessibile alla nostra sensibilità moderna”, come scrive nell’introduzione. Da qui la sensazione, secondo Élise Thiébaut, di “vivere le avventure dall’interno”, rafforzata dalle descrizioni pittoriche di grande impatto. (Vincent)

1949 : Indomptable Murcie

René Julliard, coll. Sequana, 559 pagine.

Se questo libro è dedicato all’anima di suo padre, sono le sue radici spagnole che Françoise evoca attraverso la storia di questa donna, diseredata perché ribelle, che andrà, alla testa della sua Cuadrilla, a farsi uccidere dai francesi davanti a Saragozza nel 1816, durante la guerra di occupazione napoleonica.

In questo romanzo d’amore, di rumore e di furore, la cui parte “Sangre y Fuego” costituisce la metà delle 550 pagine, Françoise perfeziona la sua arte di descrizione suggestiva che ci trasporta nel cuore dell’azione, costruita con dettagli pittorici.

1954 : La Hollandaise volante

Diffuso da Radio-Lille.

Probabilmente perso, quindi possiamo solo speculare su questo Hollandaise volante.

Le Hollandais volant è l’archetipo delle navi fantasma, protagonista di racconti e leggende tramandate per generazioni tra i naviganti. Rappresenta il fatale presagio da non incrociare sulla propria rotta, perché è una barca il cui equipaggio è stato maledetto e condannato a vagare sulle onde per l’eternità.

È quindi sicuramente un racconto marittimo quello che Françoise ha proposto, come ha fatto 4 anni dopo con Le Gabier de Surcouf. Da notare che l’olandese è diventato una olandese, ed è una scommessa sicura ipotizzare che sia diventata capitano di un vascello pirata o corsaro; è anche del tutto possibile che l’intero equipaggio fosse di sesso femminile. Maledizione per gli uomini che hanno attraversato il loro cammino! (Vincent)

1955 : Jours de chaleur

Parigi, Éditions de Paris, coll. série blonde, 249 pagine.

L’Espagne, encore. Questo romanzo sentimentale nasconde sotto un’apparente leggerezza i ricordi della giovinezza di Françoise: la guerra di Spagna, la campagna di Francia. L’eroina del romanzo nasconde un segreto e un’anima ardente non estranea alla sua. I personaggi secondari sono probabilmente tratti dagli incontri avvenuti nella villa Les Pamplemousses durante la sua infanzia a Tolosa dopo la retirada, l’escodo dei e delle repubblicani/e spagnoli/e nel 1939. (Vincent)

1957 : Les Amours de Roméo et Juliette

Parigi, Édition Rombaldi, coll. Le club de la Femme.

Qui si presta il soggetto, un romanzo dagli accenti cyraneschi, valido per le dettagliate e colorite descrizioni della Verona del Quattrocento. A parte questo, è un libro di cucina, scritto senza passione. Vivere della propria penna, senza sostegno finanziario, posizione o marito, richiede anche questo genere di impegni. (Vincent)

1958 : Fort des Femmes

Parigi, le Livre contemporain.

Pierre Mac Orlan ha detto di Françoise: “Il suo stile è così colorito che devi leggere i suoi libri con gli occhiali da sole”. Cosa avrebbe detto di Bergères de l’Apocalypse prefigurato da questo libro ? Perché è proprio una lotta di donne, armi alla mano, quella che è qui raccontata: un gruppo di povere mendicanti immigrate, prostitute e ladre che si incontrano in fondo alla stiva della barca su cui stanno fuggendo dalla miseria per costruire un futuro migliore nelle Americhe all’inizio del XIX secolo. E non saranno i titoli sarcastici di capitoli come La joie d’être mère o Le repos du guerrier a farci dubtare delle intenzioni dell’autrice (Vincent)

1959 : Je m'appelle Kristine

Parigi, Éditions Albin Michel, 285 pagine. Riedizione intitolataMoi, Kristine, reine de Suède, 1979

Le Memorie di Adriano, il monumento di Marguerite Yourcenar pubblicato 7 anni prima, possono venire in mente solo leggendo il romanzo di Françoise. E non sono gli indizi trasparenti che ha lasciato a invalidare questa osservazione. Si potrebbe pensare ad una imitazione stilistica, quando si dovrebbe vedere ciò che accomunava questi due grandi autori: una vera conoscenza dei Greci e dei Latini.

Conoscenza che Françoise mette al servizio del suo scopo, che è sempre stato quello di dire: Donne! Sii orgoglioso di esserlo! È grazie a questa affermazione che avrò del tutto naturalmente, dalle letture della mia infanzia, stato portato a considerare che un eroe epico potrebbe anche essere un’eroina.

Con Kristine de Suède, Françoise dipinge una figura storica al culmine della sua potenza. Amica e corrispondente delle più grandi figure intellettuali e scientifiche del suo secolo, fulcro del Trattato di Vestfalia, avventurosa e combattiva, diplomatica e pacificatrice, la regina Kristine fu senza dubbio una delle figure più importanti dell’Europa del suo tempo. (Vincent)

1959 : J'irai cracher sur vos tombes

Parigi, Éditions Seghers, 220 pagine.

Nel 1946 era stato pubblicato da Éditions du Scorpion un libro di Vernon Sullivan con titolo. Ritenuto scandaloso, fu poi oggetto di una querela intentata dal Cartel d’action sociale et morale, che portò alla rivelazione del suo vero autore, Boris Vian. Sarà condannato a 15 giorni di carcere, subito graziato, per oltraggio alla moralità. Dal libro proibito Boris Vian trarrà uno spettacolo teatrale, poi un film ed è pochi giorni prima della sua morte che darà a Françoise l’autorizzazione a scrivere con questo titolo una nuova versione del suo romanzo che, dati il profumo di scandalo e il gusto del tempo per i thriller americani, diventerà un successo letterario ( Vincent)

1971 : Drôle de meurtre

Sous le pseudo Nadine de Longueval.

Ce roman est vraiment très proche dans sa thématique et psychologiquement de The Yellow Wallpaper à plusieurs égards. La protagoniste, Judith, celle qui écrira le carnet retrouvé par sa fille dans les premiers chapitres, se fait utiliser par les hommes à leurs convenance, perd toute agentivité lorsqu’elle se marie à un homme qui n’a absolument aucun intérêt pour elle sauf pour sa fortune d’un million de dollars : pas de contacts affectifs, pas de loisirs, pas de bons mots, uniquement une protagoniste avec une belle-famille qui lui tombe sur les nerfs, son mari qui ne parle que de lui et de son roman (qui, on le devine, ne sera jamais publié), qui l’interrompt tout le temps, ne la laisse jamais parler et la déconsidère à absolument toutes les occasions en l’humiliant par moment et se faisant servir par elle tout le temps.

Tout au long du livre, on la voit sombrer peu à peu dans la dépression et la folie, et ses espoirs s’effondrer un par un. Il n’est pas étonnant alors que le regard de la société (et de sa fille avant de la connaître) la considère alors comme folle, vu qu’elle ne peut s’exprimer, ne peut être heureuse, et est agressée en continu par tout ce qui l’entoure, n’ayant comme seul refuge un petit chien.

Dans le roman, d’Eaubonne s’attarde à expliquer ce qui se cache derrière cette “folie” d’une femme vue à travers les yeux des autres, qui peut enfin livrer son récit sans un regard extérieur ou un mari qui tente d’expliquer ses comportements. C’est une exploration psychologique extrêmement fine, qui nous amène dans le quotidien d’une femme privée de tout, mais surtout de reconnaissance de son existence, obligée de vivre pour les autres et même comme monnaie d’échange. Même si ça finit un peu en histoire d’amour hétéro (le genre de la collection oblige) juste avant le dernier chapitre, tout est crédible, finement décrit et justifié.

Le dernier paragraphe du livre est assez magnifique à mon avis puisqu’il marque la reprise du récit par sa fille, comme à la fois une manière d’inscrire le récit dans le sien, en héritage, mais aussi en souvenir, dans le but de réhabiliter, ressortir, faire exister l’histoire d’une femme sortie du regard et avec, finalement, une justice pour tous les torts qui lui ont été commis. (Nicolas)

1979 : On vous appelait terroristes

Yverdon, Kesselring, 389 pagine.

Libro iniziato dopo la morte in carcere di Ulrike Meinhof, On vous appelait terroristes offre una biografia parziale, romanzata e polifonica dei protagonisti della Rote Armee Fraktion tedesca. Ogni capitolo si concentra sull’esperienza che ognuno di loro ha avuto (alla morte di Katrina, Ulrike Meinhof) del movimento, della sua creazione e dei primi attentati. Françoise d’Eaubonne mette qui in scena la spirale fatale della controviolenza. Mostra come questi giovani attivisti, vicini alla nonviolenza all’inizio del romanzo, giungono gradualmente alla convinzione che la violenza armata sia l’unica risorsa efficace che gli rimane per combattere i crimini di stato.

On vous appelait terroristes è un titolo di denuncia: i “guerriglieri urbani” non sono, secondo d’Eaubonne, “terroristi”, ma militanti della “controviolenza”. (Aurore)

1979 : Moi, Kristine, reine de Suède

Encre, collection Mémoire des Femmes, 273 pagine. (Ristampa, originale pubblicato con il titolo Je m’appelle Kristine, 1959)

Leggendo il romanzo di Françoise, non può che tornare alla mente Les Mémoires d’Hadrien, l’opera monumentale di Marguerite Yourcenar, apparsa 7 anni prima. E non saranno certo gli indizi trasparenti che ha lasciato a invalidare questa osservazione. Si potrebbe pensare a un’imitazione stilistica, volendosi soffermare su ciò che queste due grandi autrici hanno condiviso: una vera conoscenza dei greci e dei latini.

Conoscenza che Françoise mette al servizio del suo scopo che, sempre, sarà quello di affermare: Donne ! Siate fiere di esserlo! È grazie a questa affermazione che sono stato portato, del tutto naturalmente, dalle letture della mia infanzia a considerare la possibilità che un eroe epico potrebbe anche essere un’eroina.

Con Kristine de Suède, Françoise dipinge una figura storica al culmine della sua potenza. Amica e corrispondente delle più grandi personalità intellettuali e scientifiche del suo secolo, fulcro del Trattato di Vestfalia, avventurosa e combattiva, diplomatica e pacificatrice, la regina Cristina fu senza dubbio una delle figure più importanti dell’Europa del suo tempo. (Vincent)

1982 : Je ne suis pas née pour mourir

Parigi, Denoël/Gonthier, 286 pagine

Ce roman de 1982 conte l’histoire d’une Amazone, Thécla, qui, après avoir bu certaine potion, traverse les temps et croise de grands moments de l’Histoire. Pour la première fois, le mythe de l’immortalité est incarné par une femme. Ce prodigieux roman d’aventures nous amène à la rencontre d’Alexandre le Grand, à la découverte de l’Amérique par les Vikings, aux formidables machines conçues par Leonard de Vinci, à la guerre de Vendée,… jusqu’au nazisme puis à Mai-68.

1983 : À la limite des ténèbres

Parigi, Encre, 278 pagine.

“Sono un assassino. Più che un assassino: un demone, un animale feroce, un essere che trae la sua vita solo dal sangue degli altri, come i vampiri… Ho ucciso ventisette persone, per lo più donne; sempre al buio, al calar della notte”. Così si esprime l’eroe maledetto di uno dei fatti di cronaca più incredibili degli annali del crimine.

Françoise d’Eaubonne si è sforzata di dipingere l’intima tragedia di questo personaggio schizofrenico, l’evoluzione tra genio e follia delle forze oscure del disordine mentale. Finirà per esaurire la propria violenza e diventare, amaramente, spettatore del suo delirio.

(quarta di copertina)

1983 : L'amazone sombre, vie d'Antoinette Lix

Parigi, Encre, 309 pagine.

Bella presentazione di Antoinette Lix in questo podcast, che mette in luce l’interesse di Françoise per il personaggio.

1992 : Toutes les sirènes sont mortes

Parigi, Editions de Magrie, 208 pagine.

Collection les Nuées Volantes.

Françoise ci regala un romanzo raffinato, profondo e sensibile. In una località sperduta della Bretagna, una scrittrice cerca di sfuggire ai suoi demoni, ma un innocentissimo investigatore, un giocattolo nelle mani del suo capo, arriva a sconvolgere i suoi incubi. “Potente, commovente, di una sensibilità rara” (lettera di Gilles Perrault a Françoise). (Alain)

2023 : Je ne suis pas née pour mourir

Paris, Le Seuil, édition de poche, préface Pauline Harmange, septembre 2023

Ce roman de 1982 conte l’histoire d’une Amazone, Thécla, qui, après avoir bu certaine potion, traverse les temps et croise de grands moments de l’Histoire. Pour la première fois, le mythe de l’immortalité est incarné par une femme. Ce prodigieux roman d’aventures nous amène à la rencontre d’Alexandre le Grand, à la découverte de l’Amérique par les Vikings, aux formidables machines conçues par Leonard de Vinci, à la guerre de Vendée,… jusqu’au nazisme puis à Mai-68.

Biografie

1944 : Le Cœur de Watteau

Éditions Julliard, 354 pagine.

Scritto tra il 1942 e il 1943, questo romanzo è un susseguirsi di immagini dettagliate e dialoghi vivaci. La miseria dei tempi che Françoise attraversa come meglio può trova eco nelle sue descrizioni della vita del popolo sotto Luigi XIV. Un intero mondo di artigiani, negozianti e soldati di rango prende vita nelle pagine, sullo sfondo della vita e dei dipinti di Antoine Watteau. Anche le donne sono ben rappresentate, soprattutto Morena, che incarna l’indipendenza duramente conquistata e preservata. Questo romanzo, con la sua struttura ben costruita e padroneggiata, è sorprendentemente maturo per un’autrice di 22 anni. (Vincent)

1979 : Moi, Kristine, reine de Suède

Encre, collection Mémoire des Femmes, 273 pagine. (Ristampa, originale pubblicato con il titolo Je m’appelle Kristine, 1959)

Leggendo il romanzo di Françoise, non può che tornare alla mente Les Mémoires d’Hadrien, l’opera monumentale di Marguerite Yourcenar, apparsa 7 anni prima. E non saranno certo gli indizi trasparenti che ha lasciato a invalidare questa osservazione. Si potrebbe pensare a un’imitazione stilistica, volendosi soffermare su ciò che queste due grandi autrici hanno condiviso: una vera conoscenza dei greci e dei latini.

Conoscenza che Françoise mette al servizio del suo scopo che, sempre, sarà quello di affermare: Donne, siate orgogliose di esserlo! È grazie a questa affermazione che sono stato portato, del tutto naturalmente, dalle letture della mia infanzia a considerare la possibilità che un eroe epico potrebbe anche essere un’eroina.

Con Kristine de Suède, Françoise dipinge una figura storica al culmine della sua potenza. Amica e corrispondente delle più grandi personalità intellettuali e scientifiche del suo secolo, fulcro del Trattato di Vestfalia, avventurosa e combattiva, diplomatica e pacificatrice, la regina Cristina fu senza dubbio una delle figure più importanti dell’Europa del suo tempo. (Vincent)

1985 : Louise Michel la Canaque

Parigi, Encre, 238 pagine.

1873. Louise Michel, condannata alla deportazione, arriva in Nuova Caledonia dove resterà per sette anni. Su quest’isola non ancora conquistata militarmente, la sua forza d’animo le permetterà di trovare grandi gioie nella natura rigogliosa e soprattutto tra il popolo Kanak, che sarà l’unica a sostenere nel 1878 quando gli ex comunardi si alleano con i carcerieri per un’impresa di sterminio. Louise, sotto la penna di Françoise, trova una vita degna della donna eccezionale che è stata. (Vincent)

1986 : Une femme nommée Castor – Mon amie Simone de Beauvoir

Parigi, Encre, 366 pagine.

Sconvolta dalla scomparsa di Simone de Beauvoir nel 1986, Françoise ha voluto, in questo libro, presentarci colei il cui testo Il secondo sesso l’aveva tanto segnata. L’amicizia che le univa, l’opera letteraria di de Beauvoir e il suo rapporto intimo con Sartre, così come i pochi disaccordi teorici che le due autrici hanno avuto sono affrontati con delicatezza. (Alain)

Da L’Indicateur du réseau, parte ancora inedita:

Fu durante il periodo turbolento dei vari movimenti di “pace in Algeria” (…) che entrai, per la prima volta, in Simone de Beauvoir. Conosco e frequento dal 1947 l’autrice di Il secondo sesso, ma l’ho persa di vista abbastanza a lungo; lei racconterà delle nostre riunioni in La Force de l’âge.

1990 : Le Scandale d'une disparition : vie et œuvre du pasteur Doucé

Parigi, Libre Arbitre, 116 pagine.

Prefazione di Gilles Perrault.

Battista protestante, il pastore Doucé aveva fondato, nel 1976, il Centro di Cristo Liberatore (CCL) a Parigi, uno spazio di accoglienza e di parola per i credenti delle minoranze sessuali e di genere. Dopo la misteriosa scomparsa del parroco nel luglio 1990, Françoise ha partecipato con Gilles Perrault alla creazione di un Comitato per chiedere la verità su questa vicenda. Il pastore verrà ritrovato assassinato pochi mesi dopo. (Alain)

Autobiografie

1966 : Les Monstres de l’été

Parigi, Julliard, 464 pagine.

La seconda parte delle “prime memorie” di Françoise inizia con queste parole:

“Berlino Est, 12 marzo 1965 (il mio compleanno). – La mia guida vuole assolutamente offrirsi di intitolarmi una strada di Berlino Est. Non meritavo “questo eccesso d’onore”; se lo accetto è perché per i più sarà una “umiliazione”. »

In questo testo, l’autrice continua a scrivere i suoi ricordi della fine della Seconda Guerra all’inizio degli anni ’60, dopo un primo volume, Chienne de jeunesse, che ripercorreva il suo viaggio dal 1930 al 1945. (Alain)

1980 : L'Indicateur du réseau

Parigi, Encre, 350 pagine.

Terzo volume delle memorie di Françoise d’Eaubonne, L’Indicateur du réseau ripercorre avvenimenti importanti della sua vita a partire dai nomi dei luoghi in cui si sono svolti: con ironia, parla di un “bilancio topografico”. La storia avanza lungo il filo alfabetico dei nomi delle stazioni, e la incontriamo successivamente in epoche diverse della sua vita: la sua infanzia, la sua famiglia, i suoi cari, la guerra, i suoi primi rapporti – più che falliti – con gli uomini, i suoi libri, la sua scrittura, le sue lotte. E si legge anche quanto la scrittura rappresenti, per lei, un’arma di resistenza.

Questo testo finora non è mai stato pubblicato nella sua interezza. Nella parte ancora inedita (trasmessa all’IMEC), Françoise, sottolineando il suo “fervore per questa contro-letteratura che è la fantascienza”, precisa che essa, “come tutto ciò che è contro, ringiovanisce e rinfresca la vecchia forma, ed ecco perché scelgo qui il nome di contro-memorie”. (Aurore et Alain)

1997 : La Liseuse et la Lyre

Parigi, Les Belles Lettres, 192 pagine.

Sebbene non sia propriamente un’autobiografia, questo saggio intimo è sufficientemente illuminante sul rapporto di Françoise con le parole per avere un posto qui.

Françoise torna alla sua passione per le parole, non per guardarsi l’ombelico, come dice giustamente René de Ceccatty in una recensione letteraria di Le Monde nel 1997, ma per ricordarci l’affermazione di Danièle Sallenave: “Il libro non sostituisce nulla, ma nulla sostituisce il libro”.

La Liseuse et la Lyre è un magnifico saggio in cui Françoise, ancora una volta, tocca l’universale. Ma con un tono distaccato e quasi sereno che non siamo abituati a ritrovare in lei, cosa che ci ricorda quanto fosse ampia la sua tavolozza stilistica. (Vincent)

L’analogia tra questa passione troppo astratta e l’incanto della droga ha ispirato un autore del periodo tra le due guerre a denunciare questa sensazione con il titolo: “Questo vizio impunito, la lettura”. E in che modo poteva dare questo avvertimento? Con uno scritto.

2001 : Mémoires irréductibles - De l'entre-deux guerres à l'an 2000

Parigi, Dagorno, 1135 pagine.

Un intero secolo (o quasi)! Questa voluminosa raccolta raccoglie i diversi volumi di memorie di Françoise d’Eaubonne già pubblicati in diversi momenti della sua vita: Chienne de jeunesse (periodo dal 1930 al 1945), Les Monstres de l’été (dal 1945 al 1965), L’Indicateur du réseau (che racconta epoche diverse fino al 1978) e un tomo qui pubblicato per la prima volta, Les Feux du crépuscule (nel quale l’autrice, avvicinandosi alla fine della sua vita, si rivolge un’ultima volta al suo ventesimo secolo).

Uno o due altri manoscritti autobiografici non sono mai stati pubblicati. (Alain)

Fantascienza

1960 : Planète sans adieu

Parigi, Arthème Fayard, 26 pagine.

Pagine 23-46 di un’opera collettiva. Racconto di fantascienza: viaggio nel tempo, un’eroina e un divertente gioco di fantasia sull’influenza delle glaciazioni sullo sviluppo della specie Homo.

Se il testo è di poca importanza, il tocco di Françoise è evidente. E avrebbe potuto rappresentare per lei un rilassante gioco di scrittura, una ricreazione dal suo lavoro fondamentale di quegli anni. (Vincent)

1975 : Le Satellite de l’Amande

Parigi, des femmes, 253 pagine.

Tutti gli uomini sono scomparsi. Nel senso di: tutti i maschi. In questo romanzo, dove si riproducono per ectogenesi (un mezzo di riproduzione che permette loro di fare a meno degli uomini), le donne, dopo aver riportato in vita una Terra devastata dall’inquinamento, dal Capitale e dal patriarcato, partono alla scoperta di un piccolo strano pianeta, lontano dal nostro sistema solare. Questa spedizione riserverà molte sorprese alle lettrici e ai lettori di questo racconto filosofico. “Appassionato, imperioso. In affreschi e rilievi!” (Vittoria Therame). Le Satellite de l’Amande è la prima parte di una saga che sarà continuata da Les Bergères de l’apocalypse e da una terza parte non ancora pubblicata. (Alano)

2022 : Le Satellite de l'Amande

Parigi, Des Femmes–Antoinette Fouque, 176 pagine.

1975. Ho 21 anni, conosco Françoise da diversi mesi e siamo già diventati inseparabili. Le edizioni Des Femmes pubblicano Le Satellite de l’Amande, un romanzo di fantascienza ambientato in un mondo tutto al femminile. Sono entusiasta. L’esplorazione del piccolo esopianeta, le domande filosofiche della narratrice, la scrittura leggera dell’autrice, tutto questo affascina la mia tumultuosa giovinezza. 47 anni dopo, la casa editrice Des Femmes ripropone questo libro, ed è quindi con particolare piacere che sono ripartito alla scoperta di questo universo d’eaubonniano. (Alain)

2022 : Les Bergères de l'Apocalypse

Parigi, Des Femmes–Antoinette Fouque, 650 pagine.

1978. A differenza di diversi lettori molto più lucidi di me, questo romanzo, quando è uscito, mi ha lasciato piuttosto indifferente; mi aspettavo qualcosa di affascinante come Le Satellite de l’Amande e sono rimasto perplesso. Con la mia solita lentezza di spirito (per riprendere un’espressione che Françoise aveva utilizzato con falsa modestia nei confronti di se stessa), ho dovuto aspettare il 2022 e questa ristampa di Des Femmes-Antoinette Fouque per scoprire quello che ora considero un vero capolavoro. Mi resta un piccolo rimpianto: quello di non aver potuto raccontare a Françoise il mio straripante entusiasmo. (Alain)

2022 : Un bonheur viril

Parigi, Des Femmes–Antoinette Fouque, 250 pagine.

In uscita il 10 novembre, questo terzo volume chiude (quasi) la saga delle Bergères de l’Apocalypse. Questo testo, scritto all’inizio degli anni ’80, non è mai stato pubblicato, non sappiamo per quale ragione. Tuttavia, come scrive Élise Thiébaut nella sua prefazione, “leggendo ho avuto l’impressione che fosse la chiave dell’intera saga, il punto di ingresso che ci permette di comprenderla finalmente nella sua interezza”.

Si tratta della guerra globale dei sessi dal punto di vista del campo nemico, attraverso la visione nevrotica del fondatore di Gynophobia (un intero programma…). È possibile riscontrare un parallelismo con l’opera di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella, pubblicato nel 1985.

Grazie all’IMEC per averci permesso di riportare alla luce questo manoscritto, a Élise Thiébaut e ad Alain per il loro prezioso lavoro di revisione. (Vincent)

Poesie

1942 : Colonnes de l'âme

Éditions Lutétia, coll. Itinéraire n°1.

Prefazione di Joë Bousquet. Collana Itinéraires diretta da Jacques Aubenque, che ha scritto la postfazione a questa raccolta.

Diciotto poesie di Françoise, 22 anni, suddivise in quattro temi (Amore, Fede, Sogno, Rivolta), ciascuno illustrato con un disegno dell’autore. (Vincent)

1954 : Une pomme rouge : mon cœur

Parigi, Pierre Seghers (coll. Poésie 54 n°374), 15 pagine.

Intitolato con un verso di Nazim Hickmet e dedicato a Henri Lefèbvre, è composto da nove poesie in tre sezioni. La prima sull’amore, le sue lotte e le sue sofferenze, la seconda in memoria di Julius ed Ethel Rosenberg (quattro anni dopo, Françoise darà “Julius” come secondo nome al figlio). L’ultima sezione, Trois poèmes pour mon Parti (Françoise era allora membro del PC), contiene una lunga poesia in memoria di suo padre per dirgli cosa gli deve per il suo impegno comunista. (Vincent)

Libri per bambini

1958 : Chevrette et Virginie

Hachette, coll. Bibliothèque verte n°46, 253 pagine.

Questo primo romanzo destinato ai giovani è adornato da una copertina la cui lettura potrebbe apparire molto meno innocente oggi che allora. Ed è la storia di due donne avventurose e naufraghe quella che ci viene raccontata. Possiamo anche azzardare a pensare che Françoise se la sarebbe cavata bene facendo a meno del personaggio del Cavaliere de La Barre, che sembra essere lì per salvare le apparenze e preservare la purezza morale dei nostri cari bimbi… O si tratta forse di un anacronismo, di una speculazione su possibili intenti ancora inconsci dell’autrice? (Vincent)

1959 : Le Gabier de Surcouf

Bruxelles, Éditions Brepols (Bruxelles), 138 pagine.

Questo libro per i giovani avrebbe trovato il suo giusto posto nella serie Bibliothèque Verte. La storia si svolge nell’Île de France, che diventerà l’Île Mauritius. Vi troviamo un famoso corsaro, un giovane rematore, una giovane filosofa e altri personaggi, tra cui un certo signor Piston, incarnazione di uno degli antenati di Françoise.

Attaccata alle sue radici bretoni e marittime, l’autrice avrebbe adorato la canzone di Michel Tonnerre in questa bellissima interpretazione di Thalie (che ocnosce e apprezza il lavoro di Françoise). Ringrazio lei e gli eredi di Michel per avermi permesso di inserirla qui. (Vincent)

1961 : Les Fiancés du Puits-Doré

Hachette, coll. Bibliothèque verte n°185, 187 pagine.

Accanto a Don Chisciotte e Cyrano de Bergerac, il bandito d’onore Mandrin Belle-Humeur ha il suo posto nel pantheon di Françoise. Gli dedicò anche un libro nel 1957. Il nostro Robin Hood francese condivide qui le luci della ribalta con una ragazzina di 11 anni che dimostra doti di audacia, coraggio e impegno “non previste da persone del suo sesso”, per parafrasare un motivo settecentesco.

Questo romanzo della Bibliothèque Verte, scritto molto meglio del resto della raccolta per quanto ricordo, è in linea con gli altri libri per bambini di Françoise: descrizioni colorite e meticolose, contesto storico realistico, avventure e colpi di scena in tutti i capitoli. Un libro adatto a instillare il gusto per la letteratura. (Vincent)

1962 : L’Amazone bleue

Hachette, coll. Bibliothèque verte n°208, 249 pagine.

Françoise è stata molto segnata da Victor Hugo, e in particolare dalla sua visione delle guerre di Vandea. Per questo, pur dando ragione alla Repubblica, dipinge un quadro non manicheo. Sposta da un campo all’altro anche alcuni protagonisti della sua storia, tra i quali la figura di spicco è una giovane donna che combatte e intriga, trovandosi ovunque sia in gioco il destino della Francia. (Vincent)