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12 marzo 1920

Nascita di Françoise Marie-Thérèse Piston d’Eaubonne a Parigi, terza dei cinque figli di Étienne e Rosita Mariquita (nata Martinez Franco) Piston d’Eaubonne. La madre: di origine castigliana, suo nonno era stato un profugo carlista, quindi monarchico e piuttosto conservatore. Il padre: appartiene a un’antica famiglia francese la cui prima traccia attestata risale al 1082.

anni 1920-1930

A partire dai dieci anni, Françoise vive l’infanzia a Tolosa in costante penuria materiale. En 1916, suo padre fa ritorno dalle tricee avvelenato dai fumi. Di salute cagionevole, fatica a mantenere la sua famiglia. Per poter crescere i loro cinque figli, sua madre rinuncia alla carriera di matematica. Françoise vince il concorso di racconti rivolto a bambini e bambine sotto i tredici anni promosso dall’editore Denoël. Di fronte alla richiesta di minimo 200 righe, lei invia le 225 pagine Mireille, Fille des montagnes. Colette la nota e la incoraggia.

1940

Françoise si diploma nel 1938. Si iscrive a Giurisprudenza e Belle Arti, studi che abbandona rapidamente per un posto di insegnante presso la scuola di Péguillhan dove officiava sua madre. È attiva nella Resistenza all’occupazione nazista. Scrive la prima parte della raccolta di poesie Colonnes de l’âme, che usciranno nel 1942 con prefazione di Joë Bousquet. L’editore, Jacques Aubenque, diventa il suo amante.

1944

Julliard pubblica il suo primo romanzo, Le Cœur de Watteau, a cui ne seguiranno molti altri tra cui il bestseller Comme un vol de gerfauts, premio dei lettori 1947. Françoise pubblicherà per Julliard fino al 1966, contribuendo alla crescita di questo editore per il quale lavora anche come lettrice. Nascita di sua figlia Indiana dopo un matrimonio lampo con Jacques Aubenque, che ha lasciato all’uscita dal municipio incinta di quattro mesi. Nel 1946 si iscrive al Partito comunista.

1949

Simone de Beauvoir publica Il secondo sesso. Françoise le scrive:

“Sei un genio! … Questa è la nostra vendetta!”

Dopo un primo incontro, si perdono di vista e si ritroveranno poi quattro anni dopo. Rimarranno amiche fino alla morte di Simone de Beauvoir nel 1986.

1951

Julliard pubblica il suo primo saggio femminista, Le Complexe de Diane, in difesa del libro di de Beauvoir. Ormai scrittrice riconosciuta, Françoise si lancia nella battaglia come qualche tempo prima nell’arena della Fiera di Biarritz. Inizia ad avvicinarsi, con analisi brillanti e spesso visionarie, ai temi che la accompagneranno poi per tutta la vita: patriarcato, eros, genere e femminismo, come notato da Élise Thiébaut nella sua eccellente prefazione alla ristampa di Le Complexe de Diane edita da Julliard nell’ottobre 2021.

1956

Françoise lascia il Partito comunista che reputa non abbastanza anticolonialista (disaccordo sulla guerra d’Algeria). Pubblica La Vie passionnée d’Arthur Rimbaud, preceduto da altre otto pubblicazioni dal 1951.

1958

Pubblicazione di Fort des femmes e, per la collana Bibliothèque Verte, di Chevrette et Virginie, due romanzi che, come Indomptable Murcie uscito nel 1949, si inscrivono in una lunga serie di storie di eroine. Nascita di suo figlio Vincent da padre sconosciuto.

1960

Firma il Manifesto dei 121 per il diritto all’insubordinazione nella guerra d’Algeria. Nello stesso anno, Françoise pubblica tre libri : La Vie passionnée de Verlaine, Verlaine et Rimbaud ou la fausse évasion e Le Temps d’apprendre à vivre.

1964

Pubblicazione del primo volume delle sue memorie, Chienne de Jeunesse (del quale Julliard non ha accettato il titolo originale Putain de jeunesse). Il seocndo volume, Les Monstres de l’été che racconta i suoi dolorosi amori, i suoi viaggi e i suoi impegni politici degli anni 50-60, apparirà nel 1966. Questi due volumi saranno riuniti, con altri due libri di memorie, nella sua Autobiographie pubblicata da Dagorno nel 2000. A partire dal 1960 pubblica non meno di sedici libri: romanzi di fantascienza, biografie, libri per bambini…

1970

Nel maggio ’68 Françoise prende parte all’occupazione del Théâtre de l’Odéon (Parigi): si è vista sulle barricate. Nel 1970, pubblica Éros minoritaire, opera dedicata alla storia dell’omosessualità. Nei 6 anni precedenti ha pubblicato meno, solo sei libri, tra cui La Couronne de sable, vie d’Isabelle Eberhardt.

1971

Pioniera del Mouvement de libération des femmes (MLF), Françoise firma il Manifesto delle 343 per il diritto all’aborto. Partecipa alla fondazione del Front homosexuel d’action révolutionnaire (FHAR). Nessuna pubblicazione di libri, Françoise si dedica quasi interamente alle sue lotte.

1974

Françoise formula in concetto che definisce “ecofemminismo” nel suo saggio principale Il femminismo o la morte, titolo ispirato al testo L’Utopie ou la Mortdi René Dumont (primo candidato ecologista di Francia, che ella ha sostenuto alle elezioni presidenziali nello stesso anno). Fondazione del Front Féministe, che diventerà l’Écologie Féminisme Centre. Incontra Alain Lezongar (20 anni), che la accompagnerà fino alla fine della sua vita e che vorrà adottare come figlio.

1976

Facendo dell’azione militante e della teoria una cosa sola, Françoise sposa, nell’ambito del suo attivismo anti-carcerario, il detenuto Pierre Sanna del carcere di Fresnes per protestare contro la sua condanna per omicidio. A 40 anni di distanza, si scoprirà leggendo i suoi scritti privati che nel 1975 ha partecipato all’attentato alla centrale nucleare di Fessenheim, allora in costruzione.

1977

Apprizione del saggio Les Femmes avant le patriarcat nel quale Françoise riassume gli studi contemporanei sul ruolo delle donne nell’evoluzione della specie e propone un’ipotesi sulla data e sul meccanismo dell’instaurazione del patriarcato.

1978

Anno letterario positivo, nel quale Françoise pubblica 5 titolo tra cui Écologie/ féminisme, révolution ou mutation ?, Les Bergères de l’apocalypse e Contre-violence ou la résistance à l’État. Inoltre, pubblica L’Indicateur du réseau, un’autobiografia costruita non sull’asse del tempo ma sulle coordinate dello spazio. Questa forma innovativa sarà oggetto di una tesi in Australia.

1983

Françoise intraprende l’avventura delle cosiddette radio “libere”. Fino alla fine degli anni Ottanta ha condotto programmi letterari e politici su diverse emittenti parigine e principalmente su Radio Mouvance, “antirazzista, antimperialista e antisionista”, creata da Roland Fornari.

1986

La morte della sua amica Simone de Beauvoir le ispira Une femme nommée Castor, che uscirà in novembre. Nel 1984 e 85, tra altre sei opere, pubblica i due volumi di Obsèques de Jean-Paul Sartre, L’Amazone sombre e Louise-Michel la Canaque.

1990

In seguito alla scomparsa del pastore Doucé, Françoise istituisce un Comitato per stabilire la verità. Tre mesi dopo, il cadavere assassinato del pastore è ritrovato nella foresta di Rambouillet. Françoise fa pubblicare Le Scandale d’une disparition – Vie et œuvre du pasteur Doucé. Ma pubblicare non è più così facile per lei, e la sua scrittura prende una piega meditativa e talvolta cupa.

1992

Publicazione di Toutes les sirènes sont mortes. Questo romanzo, che amerà particolarmente, è ben accolto. Quale parte di sé mette nel personaggio della scrittrice, lo scopriremo un giorno?

1997

In questo periodo di bassa, Françoise fa un passo indietro che la porterà a pubblicare in quell’anno Féminin et Philosophie, une allergie historique, così come La Liseuse et la Lyre, magnifica riflessione su ciò che ha in gran parte costituito la sua vita: la scrittura e la lettura.

Anni Duemila

Françoise pubblica Le Sexocide des sorcières nel 1999, sostenendo che questi processi iniqui fossero solo un falso pretesto per sottomettere e condannare non tanto la Strega, ma soprattutto la Donna. Nel 2002 si interroga sul nostro futuro in L’Homme de demain a-t-il un futur ? Combien de temps durera le XXIème siècle. Nel 2003 esce L’Évangile de Véronique, la “donna emorrotica” che affronta il regime dei Padri. È l’ultima protesta pubblica contro l’odiato patriarcato.

3 agosto 2005

Posata la penna solo pochi giorni prima, colei il cui motto era “Non un giorno senza riga” muore nel suo appartamento per artisti bisognosi in rue du Montparnasse a Parigi. Ci ha lasciato in eredità più di 100 libri, tre parole nuove per la nostra lingua e un pensiero abbagliante di un’acutezza oggi finalmente riconosciuta dopo un lungo periodo di oblio. Sospettando che sarebbe stata riconosciuta dopo la sua morte, poco prima della sua dipartita ci confidò di aver avuto una vita “un po’ fallimentare, ma gioiosa” e che non le dispiaceva lasciare questo mondo considerato ciò che doveva venire, pur rammaricandosi di lasciarlo a noi in tale stato.

“Lascio in eredità a tutti coloro che mi hanno amata e mi leggeranno o mi hanno letta con comprensione l’odio irriducibile per una società che la più sporca di tutte quelle che l’hanno preceduta, che schiaccia e degrada in tutti i modi e a tutti i livelli l’amore degli uomini e delle donnei, l’amore per l’ambiente da resuscitare se è ancora possibile e la cura di continuare la lotta contro il potere patriarcale e imperialista che impegnerò le mie ultime forze a maledire e i miei ultimi scritti a combattere.

Buona serata a tutti quanti”.